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La Finestra

L'infinto

Persone o Programmi

Solo accettando la finzione noi ritroveremo l’umanità…

Che venga la realtà virtuale, non ne ho nessun timore, tanto mi viene già da vomitare prima ancora che mi metta il visore. Vago tra finti pedoni come in Grand Theft Auto e predicatori che gridano: “Dio ci perdoni per averlo inventato!” Questa vita è finta come quello che passa per vero sul web, si abbassa quel vetro fumé, vedo la banca non vedo più te. Non abbiamo creato il computer, è il contrario  datemi retta, siamo fake come i commenti e fake sta per “fa ke mi legga”. Si, sogno di siliconarmi, sogno la Silicon Valley, tengo il mio naso sul monitor, mi rende euforico più di vernici e collanti, io sto seguendo il mio scopo, mi trovo un lavoro e lo faccio con siti e portali, quando non c’erano loro riempivate il vuoto giocando ai conflitti mondiali! E tu ti meravigli se siamo figli di un app aliena? Si sa che progrediamo non veneriamo più Ra né Atena ma una specie di beta tester celeste, non fa una piega, dai, è l’inizio e la fine, l’alfa e l’omega-byte, in pratica tu sei

finto, io sono finto, l’universo è finto. Ed è meglio finto, è più bello finto, è più vero finto.

Questo non è il pianeta terra, questo è “Human Simulator”, top seller, mica come quello dei dinosauri, vedi gli hanno dato bel po’ di stelle e ci giocano fino ai pollici anchilosati. Concetti validi, tutto finto come certi invalidi, come i muscoli di certi bodybuilders, è inutile che cerchi un alibi. In questo futuro che è simulato ogni computer è un simulacro, vecchi altarini spariscono dall’isolato un po’ come il tuo Si rubato. Siamo dei sistemi operativi, figli performanti più dei padri, parti dai disegni primitivi e non distingui più le foto dai quadri. Siamo fantocci, sicuro, siamo gli androidi di Hiroshi Ishiguro, crediamo nel vero amore finché non ne arriva uno nuovo che lo manderà a fare in c**o. E ti scandalizzi se ti rivelo che siamo finti? Proprio non realizzi che per gli alieni tu manco esisti? Michele finto, orgasmo finto, nel piatto chele di granchio finto, da un giorno all’altro cambiando filtro, noi siamo il parto di un algoritmo e si sta “come d’ autunno sugli alberi le foglie” fatte di pixel, vuote le capsule in blister, metallari coi piatti ed il mixer, certo, è tutto

finto, io sono finto, l’universo è finto ed è meglio finto, è più bello finto, è più vero finto “io nel pensier mi fingo”, “io nel pensier mi fingo”…

Solo accettando la finzione noi ritroveremo l’umanità:  il sorriso delle hostess, fiabe della buonanotte, lo spettacolo dell’arte, tu di che ti meravigli? Solo accettando la finzione noi ritroveremo l’umanità:  lo stupore per il regalo di compleanno, tutto bene grazie e tu? Tu di che ti meravigli?